In un’epoca in cui l’innovazione urbana diventa sinonimo di qualità della vita, le Smart City non sono più solo un’ambizione, ma una necessità. Milano si conferma tra le città italiane più attive nel trasformare lo spazio urbano in un ecosistema intelligente, con soluzioni digitali e sostenibili. Tuttavia, tra luci e ombre, il cammino verso una vera smart city è ancora tutto da costruire.
Nel 2024 il mercato delle Smart City in Italia ha registrato una crescita del 5%, raggiungendo un valore complessivo di 860 milioni di euro. Ma al di là dei numeri, ciò che colpisce è il ruolo di Milano come apripista nazionale in questo ambito. Non si tratta solo di sensori, intelligenza artificiale o 5G: essere una smart city significa ripensare l’intera esperienza urbana, mettendo al centro la sostenibilità, la partecipazione dei cittadini e l’efficienza amministrativa.
Milano ci sta provando con convinzione. I progetti di monitoraggio ambientale, mobilità intelligente, rigenerazione urbana e digitalizzazione dei servizi stanno prendendo forma. Tuttavia, la strada è tutt’altro che semplice. Il rapporto sottolinea come solo il 30% dei Comuni italiani abbia avviato almeno un progetto smart, con il 40% dei progetti ancora fermi alla fase pilota o sperimentale. Le cause? Mancanza di competenze tecniche, difficoltà nel reperimento dei fondi e burocrazia.
Eppure, la domanda di città più intelligenti cresce, anche grazie ai fondi del PNRR e alle iniziative europee. Milano, che già guida la classifica per numero di progetti avviati, ha dalla sua anche un ecosistema imprenditoriale vivace e una rete di università e centri di ricerca che favorisce la nascita di soluzioni innovative. La sfida ora è scalare questi progetti, integrarli davvero nella governance urbana e non lasciarli isolati come “isole digitali”.
Il cittadino è un attore chiave in tutto questo. Le smart city non sono solo tecnologie, ma modelli urbani che coinvolgono attivamente le persone, abilitando comportamenti sostenibili attraverso l’informazione e l’interazione continua. Pensiamo, ad esempio, al potenziale dei dati raccolti per migliorare la mobilità pubblica, ottimizzare i consumi energetici o ridurre l’inquinamento.
Milano ha tutte le carte in regola per diventare un modello europeo, ma deve affrontare alcune sfide cruciali: governance multilivello, interoperabilità delle piattaforme e soprattutto una visione a lungo termine. La tecnologia c’è, le risorse (in parte) anche. Quello che serve è il coraggio politico e istituzionale per trasformare le sperimentazioni in sistema.
Milano è senza dubbio il laboratorio urbano più avanzato d’Italia, ma per diventare una vera smart city serve di più. Serve continuità, visione e partecipazione. Solo così la città potrà diventare davvero intelligente: non solo nei suoi strumenti, ma soprattutto nel modo in cui mette al centro le persone e le loro esigenze. La smart city del futuro non sarà solo connessa: sarà inclusiva, sostenibile e consapevole.
Fonte: Smart City in Italia: il mercato cresce del 5% nel 2024