In un’epoca segnata da crisi ambientali, scarsità di risorse e tensioni geopolitiche, l’economia circolare si conferma una delle risposte più efficaci per un futuro sostenibile. E tra i Paesi europei, l’Italia continua a giocare un ruolo da protagonista. Ma quanto è solida questa leadership? E quali sfide restano da affrontare?
Italia al vertice, ma con margini di miglioramento
Secondo il rapporto 2024 del Circular Economy Network (in collaborazione con ENEA), l’Italia si conferma anche quest’anno al primo posto in Europa per performance nell’economia circolare, superando Germania, Francia, Spagna e Polonia. Il punteggio complessivo dell’Italia è 56 su 100, seguito da Germania (47), Francia (44), Polonia (41) e Spagna (39).
Questa valutazione si basa su quattro macro-aree: produzione e consumo, gestione dei rifiuti, uso di materie prime secondarie e produttività delle risorse. L’Italia eccelle in particolare per l’alto tasso di riciclo (72% dei rifiuti), l’utilizzo efficiente delle risorse e la bassa produzione di rifiuti urbani pro capite.
Una leadership non scontata
Il risultato italiano è tanto più significativo se si considera che il nostro Paese ha meno accesso a materie prime rispetto ad altri grandi Stati europei. Questa condizione ha incentivato un’economia più attenta al riutilizzo, all’efficienza e all’innovazione circolare.
Tuttavia, il rapporto mette in luce anche alcuni segnali di stagnazione. Il tasso di utilizzo circolare delle risorse in Italia è passato dal 18,7% del 2021 al 17,7% del 2022, pur restando il secondo più alto in Europa dopo quello dei Paesi Bassi.
Politiche europee in ritardo: un’occasione mancata?
Il contesto normativo europeo resta poco ambizioso. Il Green Deal e il Piano d’Azione per l’Economia Circolare hanno avviato un percorso importante, ma il recepimento nei singoli Stati membri è spesso lento e frammentario. L’Italia, seppure leader, rischia di perdere slancio se non vengono attuate politiche strutturali e incentivanti per le imprese.
Un volano per la competitività
L’economia circolare non è solo sostenibilità: è anche crescita. Le imprese italiane più attente ai modelli circolari mostrano una maggiore resilienza, una capacità superiore di innovare e un vantaggio competitivo sui mercati globali. Inoltre, le filiere industriali che investono in simbiosi industriale e materie seconde tendono a creare più occupazione qualificata.
L’Italia guida ancora l’Europa nell’economia circolare, ma il rischio di sedersi sugli allori è concreto. Servono investimenti, governance chiara e strumenti di supporto alle imprese per rafforzare questo primato. In gioco non c’è solo l’ambiente, ma anche la competitività del nostro sistema produttivo. L’economia circolare non è più un’opzione: è la strada obbligata per un futuro più sostenibile e prospero.
Fonte: Rapporto sull’economia circolare: Italia ancora leader – Circular Economy Network