Il nuovo Global Energy Perspective 2025 di McKinsey segna il decimo anniversario di uno dei report più influenti sul futuro dell’energia. Il messaggio centrale è chiaro: la transizione energetica prosegue, ma non al ritmo necessario per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Le emissioni globali continuano a crescere, mentre il mondo affronta una fase di profonda incertezza geopolitica, tensioni sui costi e un aumento senza precedenti della domanda di elettricità.
Secondo il rapporto, la decarbonizzazione mondiale si sta muovendo lungo tre scenari principali:
Tutti e tre, però, mostrano un peggioramento rispetto al 2024, segno che la curva delle emissioni globali non è ancora in inversione.
Il primo punto chiave del report riguarda il ruolo dei combustibili fossili, che resteranno dominanti ben oltre il 2050. Sebbene la domanda di carbone tenda a stabilizzarsi, gas naturale e petrolio continueranno a coprire gran parte del fabbisogno energetico, spinti dalla crescita dei paesi emergenti e dal bisogno di stabilità nei mercati. McKinsey prevede che la domanda complessiva di combustibili fossili si stabilizzerà solo tra il 2030 e il 2035.
Il secondo aspetto riguarda i carburanti alternativi: tecnologie come l’idrogeno verde, l’ammoniaca e i combustibili sintetici non raggiungeranno un’adozione su larga scala prima del 2040, salvo forti incentivi normativi. Il fattore limitante resta la competitività dei costi: senza accessibilità economica, la transizione energetica rischia di rimanere elitaria.
Nel frattempo, la domanda di elettricità cresce ovunque, trainata dall’elettrificazione dei trasporti, dall’industria e dal boom dei data center. Solo nel mondo OCSE, il fabbisogno elettrico aumenterà sensibilmente a causa della diffusione di veicoli elettrici, pompe di calore e intelligenza artificiale, che sta creando una nuova forma di “consumo digitale” di energia.
Sul fronte della produzione, McKinsey prevede che rinnovabili variabili (solare ed eolico) e centrali a gas domineranno la nuova capacità installata, mentre crescerà anche l’interesse per fonti stabili e pulite come nucleare, geotermia e idroelettrico. L’integrazione di sistemi di storage – batterie e impianti idroelettrici a pompaggio – sarà cruciale per bilanciare la rete elettrica.
Infine, il report propone una riflessione strategica: per ridurre le emissioni in modo più rapido e sostenibile, è necessario adottare una visione “di sistema”, ridistribuendo gli investimenti tra settori diversi. Concentrare tutte le risorse nel power sector, ad esempio, può essere meno efficiente che investire parte di esse in processi industriali, logistica o edilizia.
Dieci anni dopo la prima edizione, McKinsey sottolinea che la transizione energetica non è un percorso lineare ma una ricomposizione complessa di priorità – economiche, sociali e geopolitiche. La sfida non è più solo tecnologica: è politica e di governance.
Il Global Energy Perspective 2025 non offre visioni utopiche, ma un realismo necessario: la sostenibilità dovrà convivere con l’accessibilità e la sicurezza energetica. L’equilibrio tra questi tre pilastri determinerà la traiettoria dei prossimi vent’anni.
La corsa verso un mondo a basse emissioni non è finita, ma è diventata una maratona. E, come in ogni maratona, resistenza e strategia conteranno più della velocità.