Nel 2025 la sostenibilità è più che mai al centro della strategia aziendale globale. Non è più solo un obbligo normativo, ma una leva per creare valore, resilienza e vantaggio competitivo. Tuttavia, tra dichiarazioni di intenti e reali capacità di esecuzione, il divario si fa evidente. Il report Capgemini “A world in balance 2025” rivela uno scenario in chiaroscuro, dove l’impegno dichiarato coesiste con una crescente diffidenza pubblica e numerosi ostacoli operativi.
L’indagine globale di Capgemini su centinaia di aziende evidenzia una tendenza chiara: l’82% delle organizzazioni prevede di aumentare gli investimenti in sostenibilità ambientale, e il 92% mantiene invariati gli obiettivi di neutralità climatica. Numeri che, sulla carta, suggeriscono un sistema economico pronto alla transizione. Eppure, solo il 21% delle imprese ha effettivamente sviluppato un piano dettagliato di transizione, mentre il 62% dei consumatori sospetta pratiche di greenwashing.
Questo scollamento tra ambizione e concretezza rappresenta uno dei punti più critici del 2025. Se da un lato il 67% dei dirigenti considera la sostenibilità un generatore diretto di valore – in termini di efficienza, redditività e risparmio – dall’altro la maggior parte delle aziende è ancora in fase di pianificazione, con ritardi nell’adattamento climatico, nella digitalizzazione dei processi e nella trasformazione delle supply chain.
Uno dei paradossi più evidenti è legato all’intelligenza artificiale. Il 64% delle organizzazioni utilizza l’AI per accelerare i propri obiettivi ambientali, ma solo un terzo ha messo in atto misure per ridurre l’impatto ambientale delle tecnologie stesse. Il dato più indicativo? Solo il 57% dei manager crede che i benefici dell’AI superino i costi ambientali, in netto calo rispetto al 67% del 2024.
Le barriere alla transizione sono strutturali: geopolitica instabile, vincoli finanziari, mancanza di dati affidabili e silos organizzativi rallentano l’implementazione dei progetti. Anche il lato consumer mostra segnali di rallentamento, frenato da una limitata accessibilità economica e informativa ai prodotti sostenibili.
Ma il report non si limita alla diagnosi. Capgemini propone un piano d’azione concreto: rafforzare la credibilità attraverso azioni di breve periodo, puntare su messaggi trasparenti per rafforzare la fiducia dei consumatori, investire in infrastrutture circolari e sostenibili, e sviluppare sistemi di dati robusti, integrando l’AI in modo etico e responsabile.
Il 2025 si sta rivelando un anno chiave per la sostenibilità. Se le aziende vogliono mantenere la promessa di un mondo in equilibrio, devono passare dalla visione alla realizzazione, dalla strategia all’impatto. Il futuro appartiene a chi saprà costruire valore sostenibile, credibile e tangibile. Il tempo delle dichiarazioni è finito. Ora contano solo i risultati.
Fonte: A world in balance 2025