Legambiente ha presentato l’ultimo rapporto sulla presenza di pesticidi nei prodotti alimentari italiani. L’analisi evidenzia un quadro in chiaroscuro: il 48,8% dei campioni è risultato privo di residui di pesticidi, mentre il 44,3% contiene residui entro i limiti di legge. Tuttavia, un dato preoccupante riguarda la presenza multipla di pesticidi: il 16,6% dei campioni, seppur nei limiti normativi, presenta tracce di più sostanze chimiche contemporaneamente, un fenomeno noto come effetto cocktail, i cui impatti sulla salute non sono ancora completamente noti.
Il rapporto mette in luce alcune categorie alimentari particolarmente interessate. Frutta e verdura sono tra i prodotti più soggetti a residui: mele, pere, uva e agrumi registrano concentrazioni maggiori, mentre nella verdura spiccano campioni di peperoni, pomodori e insalate. L’analisi territoriale mostra anche differenze significative tra le regioni italiane: alcune eccellenze locali emergono per l’assenza di residui, ma altre aree registrano numeri più alti di campioni con contaminazione multipla, soprattutto in zone ad alta intensità agricola.
Legambiente chiede interventi più stringenti per ridurre l’uso di pesticidi e promuovere modelli agricoli sostenibili, come l’agricoltura biologica e integrata. Tra le proposte spiccano l’adozione di obiettivi più ambiziosi di riduzione dei pesticidi entro il 2030, controlli più capillari e incentivi economici per le aziende agricole che abbandonano l’uso di sostanze chimiche dannose. L’associazione sottolinea l’importanza di sensibilizzare consumatori e produttori per garantire cibo più sano e un ambiente meno contaminato. Per leggere il report completo, cliccare qui.